Lun. Dic 23rd, 2024

Boomers Attivi e graditi ospiti, bentrovati!

È un po’ che siamo silenziosi, che non significa inattivi, anzi, siamo operosissimi, pieni di energia e molto concentrati sul nostro blog.

Certo avrete visto una grafica nuova ed anche un cambiamento nella tendina, questo perché stiamo preparando delle improvvisate. Non tutto riesce nell’immediato, ed anche noi abbiamo avuto qualche perplessità, ma nei prossimi giorni avrete modo di vedere il frutto del nostro lavoro.

Questo periodo però mi ha fatto riflettere sul significato del silenzio.

Abituati come siamo ad esposizioni social e mediatiche, ad avere intorno a noi sempre un rumore come sottofondo, fosse anche della musica o le parole altrui, il silenzio ci spaventa, oppure gli attribuiamo una connotazione assolutamente negativa, comunque un momento da cui uscire.

Quasi un imbarazzo.

O una punizione.

Secondo il mio punto di vista questo pensare è un errore: dovremmo imparare invece a farcelo amico il silenzio, ad estrarne tutti i gioielli che vi sono custoditi all’interno.

Consapevolezza, mai giudizio, calo della tensione, pace, ritmo interiore più sereno, inoltre una maggiore concentrazione e quindi riflessione ed il terreno favorevole per l’intuizione, oltre ad essere funzionale al nostro benessere.

Personalmente mi attira vivere il silenzio in modo attivo, nel senso che mi soddisfa quando cala dentro di me mentre cammino, proprio perché mi permette di osservare le cose intorno e di riflettere su di esse. Proprio ieri passeggiando, ed osservando la natura che, prorompente, comincia a manifestarsi nella sua veste più verde e rigogliosa e profumata, mi sono detta quanto sia perfetta e generosa, visto che ci offre i suoi doni proprio quando il nostro organismo ne necessita.

Questa riflessione la facevo guardando una maestosa pianta di Ippocastano, in latino Aesculus hyppocastanum, detto anche Castagno d’India, della famiglia delle Ippocastanaceae.

Pianta relativamente recente in Europa, venne infatti coltivata a partire dalla metà del ‘500, è originaria dell’Asia Minore ma venne valorizzata veramente solo all’inizio del Novecento da tale Artault di Vevey, che ne sperimentò gli estratti alcolici nella cura delle vene varicose e delle emorroidi con deciso successo. Questo risultato fece partire una ricerca sui principi attivi della pianta responsabili di tali proprietà terapeutiche che evidenziò il principio più rappresentativo di questo rimedio, l’escina, oltre a flavonoidi, tannini, steroli e chinoni.

L’ escina è efficace nel controllo della sintomatologia da insufficienza venosa cronica, degli edemi agli arti inferiori e delle emorroidi; quindi, è usata per l’insufficienza venosa e linfatica, per le flebiti, la fragilità capillare ed anche la cellulite.

Ecco perché dicevo che la natura suggerisce ed offre quando è il momento: tra poco inizierà il caldo, il che comporta vasodilatazione dei vasi soprattutto periferici, con conseguente versamento di liquidi negli spazi interstiziali per chi ha una fragilità in tal senso: ecco che l’Ippocastano ci viene in aiuto tonificando le vene.

La Castagna amara è sotto il governo di Giove, pianeta collegato al secondo chakra, quindi utile anche al suo riequilibrio.

Molte altre piante, e non solo di questo periodo, sono utili a supportare i problemi stagionali, se ci pensate un po’, le assocerete.

Guarda dove ci ha portato riflettere sul silenzio… ma come dicevo all’inizio, la silenziosità è preziosa proprio per i tesori che nasconde, ogni volta diversi, nuovi e sorprendenti.

A presto!

By Boomer1

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