Lun. Dic 23rd, 2024

Boomers Attivi e cari ospiti, bentrovati!

Lo confesso.

Quando William Windsor decise di impalmare Kate Middleton, militavo nella schiera di coloro che storsero il naso.

A mio avviso, la professione di principessa, perché di ciò stiamo parlando, richiede preparazione, carattere di un certo tipo appositamente forgiato, ma soprattutto grande spirito di sacrificio.

La donna coniugata ad un Windsor insomma, doveva, secondo me, provenire da castelli all’apparenza eleganti e raffinati, ma da un contesto severo e rigoroso, modello Guantanamo.

Entrare in un Casato come quello d’Inghilterra, parliamo di un Regno con radici antichissime, non della Monarchia delle Banane, e diventarne parte integrante ed omogenea, deve richiedere doti eccezionali.

Kate era motivata, certo, e da quel che si diceva, piuttosto ambiziosa anche, il che poteva essere positivo, ma troppo “odierna”.

Prendete la foto di protocollo del tradizionale bacio sul balcone il giorno del matrimonio e guardate l’espressione di lei.  Spavalda.

Bene, quell’espressione in pubblico non ce l’avrebbe avuta più, perché quella ragazza, nel tempo, ha saputo diventare la principessa Catherine.

Non dev’essere stato facile per lei, domare un’indole esuberante, sportiva e vivace, ma lo ha fatto e lo ha fatto con dedizione e bene.

Carlo III ha fatto sapere recentemente che la Famiglia è orgogliosa di lei; sono sicura sia così, perché Catherine ha dimostrato in questi anni amore e dedizione per le tradizioni.

Già: tradizioni… valore obsoleto oggi e dal sentore stantio, come altri membri del Casato, più propensi ad altri folclori, hanno dimostrato. Sempre sorridente in pubblico la principessa “Kate”. Elegante, ma sobria. Avrà avuto anche lei qualche giornata no, giusto? Ma… never complain, never explain.

Aveva abituato il mondo bene, apparizioni, presenza sui social, bagni di folla, era logico la mancanza si notasse subito. Ma, secondo tradizione, never complain, never explain. Tempra.

Però c’è una cosa in cui questa donna, faticosamente fortunata, è uguale a tutte le altre persone del mondo: il periodo trascorso dal primo sintomo, alla dolorosa diagnosi.

Certo, non avrà dovuto fare file dal medico o lunghe attese per un prelievo, ma la preoccupazione, quella che parte piano piano dentro di noi quando i sintomi che hai non passano, per poi arrivare al culmine, quella, accomuna tutti: e lascia un segno indelebile.

L’intervento è stato probabilmente il momento di diagnosi decisiva per Catherine: cancro.

Mentre queste, ed altre analoghe preoccupazioni, impegnavano la Famiglia, apprensioni di portata pari ad un Frecciarossa nel momento della sua massima velocità piombato addosso al Casato, fuori un certo tipo di sudditi, rumoreggiavano sempre più forte, facendo anche illazioni che di elegante avevano ben poco, per sapere.

Ulteriore pressing.

Immaginiamo: bambini da proteggere ma informare da un lato, spiegazioni pubbliche da dover dare dall’altro, il tutto mentre le prime gocce di chemio cominciavano a scendere.

Neppure il tempo per realizzare.

Più di qualche scusa sarebbe dovuta alla Principessa.

Ed anche un congruo periodo di rispettoso silenzio.

Perché così vorremmo essere trattati noi, al suo posto.

Certi momenti meritano riguardo, vicinanza affettuosa ma non invadente o curiosa: lasciamo quindi la Principessa trascorrere questo difficile momento, fino all’auspicata guarigione, in pace, per quanto possibile.

Ha dimostrato in passato caparbietà, forza, coraggio, dedizione e fermezza: tutte armi affilatissime oggi, per affrontare questo periodo e superarlo.

Forza Principessa Catherine! A voi lettori, a presto!

By Boomer1

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