Boomers Attivi e graditi ospiti, benvenuti!
C’è una bellissima poesia di Martha Medeiros dal titolo “Ode alla vita “che inizia così:
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Vi invito a leggerla o ad ascoltarla, perché fa riflettere.
Effettivamente, a qualsiasi età, è sbagliato chiudersi alle novità, anche a quelle che ci sembrano più astruse.
Per me è complicato ad esempio, tutto ciò che riguarda l’Intelligenza Artificiale ed il Metaverso.
Ma mi affascina, e caparbiamente cerco di tenermi aggiornata.
Restando ogni volta conquistata.
Che cos’è l’Intelligenza artificiale (I.A. in italiano ed A.I. in lingua inglese, giusto per capirci)?
il matematico statunitense John MacCarthy ha creato il termine Artificial Intelligence per specificare la capacità di alcune macchine, opportunamente programmate, di fare cose o eseguire compiti che, se fatti da esseri umani, richiederebbero intelligenza: in pratica, una macchina capace di copiare e simulare ogni aspetto dell’apprendimento e dell’intelligenza umana. (https://www.focus-scuola.it/intelligenza-artificiale-tutto-quello-che-devi-sapere/ )
E fin qui, messo così, parrebbe semplice da afferrare.
Le cose si cominciano a complicare se ci facciamo una domanda: cos’è l’intelligenza?
Tentiamo allora di trovare una definizione il più possibile condivisa, di intelligenza.
Scorrendo articoli e trattati di ogni tipo nel tentativo di arrivare ad una tale finalità, ci si imbatte in un problema piuttosto arduo da affrontare per la molteplicità delle definizioni date, appunto, a tale termine.
Una che ho fatto mia, perché semplice e condivisibile è: “la capacità di percepire, comprendere, prevedere e quindi agire, al fine di ottenere il proprio scopo nel modo migliore”, che trovate nel link citato sopra.
A questo punto, mettendo insieme i vari concetti, l’intelligenza artificiale è qualsiasi macchina che ha la capacità di percepire, comprendere, prevedere e quindi agire, al fine di ottenere il proprio scopo nel modo migliore.
Le opinioni nei confronti di questa nuova tecnologia sono contrastanti, come spesso succede quando una cosa si conosce poco, ma con l’IA ci stiamo facendo già i conti un po’ tutti: chi usa Alexa, chi Siri ed è entrata persino al Festival di San Remo con le statistiche sui cantanti.
Il nuovo fa paura, lo ripetiamo sovente, ma come dice giustamente Gianluigi Greco, Presidente del Comitato di coordinamento per la strategia nazionale sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in una intervista rilasciata al Sole 24 Ore, non è la tecnologia in sé il problema, ma l’uso e l’applicazione che si fa della stessa.
A questo proposito, vorrei parlarvi del Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università degli studi di Padova e più precisamente di Audio Innova, spin-off del Centro di Sonologia Computazionale che fa capo al Dipartimento, fondata e diretta dal professor Sergio Canazza: La proposta di Audio Innova consiste in una “riattivazione” delle opere d’arte nel metaverso.
L’installazione artistica è in generale un’opera d’arte tridimensionale costituita da vari elementi, propria di questi anni, quelle interattive (tipo gli eventi immersivi di cui abbiamo già avuto modo di raccontarvi) fanno uso di moltissima tecnologia come, ad esempio, sensori o strumenti di calcolo.
Il vulnus della fruibilità dell’opera non è tanto nell’immediato, quanto nel tempo, una volta che le tecnologie diventano obsolete: qualcosa che si può vedere in un festival artistico oggi, non lo può essere più a distanza di pochi mesi.
Come conservare nel tempo opere d’arte di 70 anni o anche solo di qualche mese fa?
“Proprio a causa della rapidissima obsolescenza della tecnologia di cui fa uso, un’installazione artistica interattiva è afflitta da una aspettativa di vita cortissima, spesso limitata al festival artistico per cui è stata pensata l’opera. Audio Innova riesce a conservare queste opere a scopo di studio – per musicologi, semiologi, filologi o studiosi di video arte – e a restituirle al pubblico. Dove? Nel mondo reale oppure in un apposito metaverso, M-Instance, un sistema in grado di prendere dati (audio, video, metadati) dal mondo reale (Universo), elaborarli e combinarli con dati generati internamente per creare ambienti virtuali (Metaversi) in cui gli utenti possono interagire – chiosa Canazza. Gli algoritmi di A.I. utilizzati, consentono di eseguire automaticamente molte attività, risparmiando molti mesi-persona e risorse nei data center (alimentazione elettrica, spazio di archiviazione), rendendo il processo molto più sostenibile. La riattivazione innovativa delle opere d’arte nel metaverso permette poi una loro accessibilità inclusiva, anche persone con disabilità possono accedervi facilmente, godendo di un’esperienza naturale e gratificante”.
All’interno di Audio Innova, comunità scientifica e mondo imprenditoriale, fondata nel 2013 dal professor Sergio Canazza, direttore scientifico del CSC, docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Amministratore unico, lavora un team formato da anche da Alessandro Fiordelmondo, compositore musicale, dottorando CSC, Cristina Paulon, socia di Audio Innova, Anna Zuccante, ingegnere informatico, R&D, dottoranda CSC, e Giada Zuccolo, ingegnere informatico, R&D. con l’intento di valorizzare i risultati della ricerca tecnologica, già premiati per il loro potenziale, nelle edizioni 2010 e 2012 di Start Cup, la Business Plan Competition italiana.
Audio Innova si avvale del know how di eccellenza del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Padova e dell’azione di un gruppo di giovani imprenditori per offrire prodotti e servizi innovativi nel campo dell’informatica per i beni culturali musicali, in particolare documenti sonori e installazioni artistiche multimediali e interattive, e nella progettazione di ambienti inclusivi, tecnologicamente aumentati per l’apprendimento.
Un atteggiamento vigile e prudente nei confronti dell’I.A. è giusto, perché mai come in questo periodo sono in aumento problemi informatici, ma ciò non deve significare bloccare o peggio inibire, un progresso che si sta rivelando pieno di affascinanti ed utili sorprese.
A presto!