Boomers Attivi e cari ospiti, salve!
Oggi è l’8 marzo, dal 1946 Giornata Internazionale della Donna.
Quintali di mimose verranno recise per essere regalate.
Partiamo dal simbolo.
La mimosa, acacia dealbata, è un albero sempreverde che può raggiungere anche i 15 m, a fiori piccoli, capolini tondeggianti di colore giallo intenso, e cresce così velocemente da essere considerata una pianta invasiva se non addirittura infestante. I suoi fiori, una volta recisi, durano assai poco anche se messi in acqua, dove sono state sciolte 2 / 3 gocce di succo di limone, per cercare di prolungarne la vita.
Pare abbia proprietà curative per la presenza di minerali ed in cucina venga apprezzata per il suo colore.
Ma perché è stata scelta a simbolo di una Giornata così fondamentale?
Siamo nel 1909 negli Stati Uniti: il Partito Socialista stabilisce di destinare una giornata alle lotte per l’emancipazione femminile, e questo al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema; viene scelta come data, l’ultima domenica di febbraio.
L’anno successivo, alla Conferenza internazionale delle donne socialiste tenuta a Copenaghen, le delegate americane propongono di dare carattere internazionale alla manifestazione. La proposta viene accettata tiepidamente, si sa il nuovo ha bisogno del suo tempo, ma nel 1911 la Giornata si diffuse in molti Paesi europei.
Senza una data comune.
La data dell’8 marzo fu “ufficialmente” istituita nel 1921 dalla Conferenza delle donne comuniste, tenuta a Mosca.
Dobbiamo arrivare negli anni ’60 e ’70, in corrispondenza con una nuova ondata di lotte per la parità di genere, perché la celebrazione si allarghi e coinvolga trasversalmente donne di tutte le appartenenze politiche.
Dal 1977 la data dell’8 marzo è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite come giornata dei diritti femminili.
Per iniziativa dell’Unione Donne Italiane, nel 1946 si predilesse come simbolo dell’8 marzo, la mimosa, perché è un fiore che cresce spontaneamente in tutto il Paese.
Quindi il fiore fu scelto più per comodità o caso.
Questa è una Giornata che meriterebbe secondo me, più riguardo e riflessione, riguardo per tutti i risultati ottenuti finora (non deve essere stato semplice), riflessione sul fatto che, per ottenere una parvenza di parità di genere, abbiamo iniziato nel 1909; bene, nel 2024, quindi ben più di cento anni dopo, secondo dati dell’osservatorio INPS 2022, settore privato, il divario salariale tra uomo e donna annuo in Italia, considerato uno stipendio da impiegato, è pari a -7.922 euro per la donna, che possiamo tranquillamente arrotondare quini ad 8.000 euro.
Perché?
Quali le conseguenze di ciò, ad esempio nell’ottenimento di un finanziamento?
E ancora: quanti lavori apicali ricoprono le donne?
Nel 2023, 120 donne sono state uccise e la violenza sessuale è aumentata, soprattutto verso le giovani, del 35%.
E la condizione delle donne nel mondo?
Io non voglio rovinare il vostro giorno di festa, anzi mi auguro sia divertente, mi piacerebbe solo che anni di impegno politico e sociale non venissero banalizzati o perdessero mordente, trasformandoli in un manipolatorio “tarallucci e vino”.
Condividere valori e principi non può avere scadenze o date, deve proseguire tutto l’anno, senza sosta. Può avere, come oggi, attimi di riflessione e di giusta, festosa, soddisfazione per i risultati raggiunti, pronti a ripartire però, da domani, più forti, consapevoli e determinati di prima.
Intrecciamo le profumate mimose ad una cocciuta e tutt’altro che fragile edera, perché caparbiamente si arrampica ed arriva ovunque.
Questo il mio augurio a tutte voi.
A presto!