Boomers Attivi e graditi ospiti bentrovati!
La bacca di Maqui o Maqui Berry è il frutto di un arbusto che cresce spontaneo in Cile e Patagonia, l’Aristotelia Chilensis, sempreverde della famiglia delle Elaeocarpacee, caratterizzata da fiori bianchi e succulente bacche di colore blu scuro.
Queste bacche, simili per aspetto al mirtillo, giusto per fissare l’immagine, maturano in estate, e vengono raccolte quando sono dolci e succose, con un sapore che ricorda quello del sambuco, più o meno tra dicembre e marzo.
E’ un rimedio ricco di antocianine cui va imputato il colore violetto, facenti parte della famiglia dei polifenoli, principi attivi dalle elevate potenzialità antiossidanti; la più rappresentativa è la delfinidina presente per l’82-83%, considerato l’antiossidante tra i più potenti al mondo; stiamo parlando di sostanze che proteggono dai radicali liberi, molecole che abbiamo visto essere alla base del processo di invecchiamento cellulare.
Una digressione: gli antocianosidi sono presenti anche nella Vite rossa, il Carcadè o nei frutti di Lampone ad esempio, piuttosto che nella Barbabietola rossa, quindi, quando trovate frutta o verdura blu, violetta o rossa, in futuro saprete cosa contiene, se non vi era già chiaro.
E’ importante nutrirsi consapevolmente!
Il Maqui, annoverato fra i cosiddetti superfrutti, si è guadagnato la fama di elisir e frutto dell’eterna giovinezza anche per la presenza, nelle sue bacche, di vitamina E e B5, proteggendo, la prima, dallo stress ossidativo e riducendo stanchezza e affaticamento, la seconda ripristinando anche il metabolismo energetico.
Il Maqui inoltre interviene sulla modulazione della risposta infiammatoria, allergica, immunitaria ed abbiamo visto più volte l’importanza di tenere a bada l’infiammazione silente.
Le bacche di Maqui essiccate, sono una novità assoluta nel mondo della nutraceutica, anche se in Italia la pianta non cresce ed è per questo che la si trova essiccata, inoltre è tuttora poco conosciuta, come per altro la storia della sua scoperta.
Quando ci furono i primi sbarchi nel rinvenuto arcipelago al largo delle coste del Cile, gli scopritori europei, la cui altezza media raggiungeva a stento il metro e sessanta di media, si trovarono davanti uomini che parevano montagne a confronto, per via della loro altezza, che raggiungeva anche il metro ed ottanta.
Il merito di tale sviluppo in altezza fu dato proprio al frutto del Maqui, che apportava evidentemente alla dieta degli indigeni sostanze dalle proprietà sorprendenti: la realtà dell’eccezionalità, erano le vitamine e gli antiossidanti dell’alimento fresco, cibo cui in Europa non si prestava la dovuta attenzione allora, come oggi.
Le proprietà di queste bacche sono davvero molteplici: volendo, potreste aggiungerne un pizzico alla vostra dieta giornaliera gustandole come snack o inserendole nello yoghurt o magari in un pancake.
Un consiglio: il Maqui, non ha alcuna controindicazione conosciuta, salvo allergie personali, ma è poco praticato ancora; quindi, nel caso faceste una terapia farmacologica, parlate con il vostro professionista di riferimento prima di assaggiarle.
Non finiremo mai di dirlo: la prudenza va sempre inseguita quando si parla di salute. A presto!