Boomers Attivi e graditi ospiti, bentrovati!
Oggi si fa un gran parlare di infiammazione silente, contrapposta al concetto di infiammazione acuta.
La seconda, semplice da riconoscere in quanto comporta arrossamento e dolore del distretto interessato, è anche semplice da curare con le terapie farmacologiche tradizionali, mentre l’infiammazione silente si sta rivelando come un killer subdolo, concausa di una variegata quantità di patologie ed inducente pure un invecchiamento precoce.
La buona notizia è che cambiando alcuni stili di vita, è possibile far fronte a questa emergenza con una certa facilità. La notizia invece meno buona, o il rovescio della medaglia, è che spesso gli interventi che dobbiamo operare su noi stessi per scongiurarla, cioè i cambiamenti di alcune abitudini, possono trovare dentro di noi delle resistenze importanti.
Poiché lo stato infiammatorio silente inizia da un processo di acidosi cellulare, penso sia utile fare chiarezza in primis, su questo concetto.
Quando le cellule del nostro corpo sono in equilibrio metabolico, le sostanze nutrienti introdotte con il cibo vengono utilizzate e quelle di scarto rilasciate, creando e mantenendo l’ambiente interno ad un sano Ph neutro. Ma se questo processo virtuoso si inceppa e le sostanze di scarto del metabolismo restano all’interno delle cellule o del tessuto connettivo circostante, l’ambiente interiore tende a diventare acido e questo predispone ad un infiammazione dei tessuti corporei sempre più decisa, con ricadute, nel tempo, importanti per la salute.
Cartilagini comprese.
L’acidosi è facilmente verificabile e vi invito a controllarla, tramite un semplicissimo esame delle urine che potete fare da soli a casa.
Possiamo disinnescare questo meccanismo perverso cambiando dieta nella sua qualità, spesso ricevendo in premio anche un dimagrimento insperato: via i carboidrati amidacei (lo so… a volte riconciliano con la vita…) e via i dolci (anche questi sono un buon paracadute in certe giornate storte….), salutiamo se non saltuariamente, vino e birra (ditelo ad una veneta…), pure la frutta va limitata in quanto zuccherina.
Bere acqua in giusta quantità aiuta il processo di smaltimento delle tossine.
In compenso, via libera a proteine magre, pesce, uova e verdure condite con la giusta quantità di olio EVO.
Secondo uno schema a vostra scelta, potreste avere una giornata a settimana meno rigida, attenzionando comunque l’introduzione di zuccheri e carboidrati, della serie non stuzzichiamo l’insulina.
Così facendo, migliorerete anche il vostro microbiota, termine che definisce gli oltre 1000 batteri che normalmente vivono all’interno del nostro tratto gastrointestinale.
I batteri del colon hanno la capacità di fermentare i carboidrati complessi che ingeriamo, generando metaboliti come gli acidi grassi a catena corta, specialmente l’acido butirrico, utili a mantenere in salute l’intestino, proteggendolo dalle infiammazioni e dall’insorgenza di tumori ed in più partecipano alla regolazione del sistema immunitario e, appunto, della risposta infiammatoria.
Molta della nostra salute è legata proprio al benessere del microbiota, per cui torneremo su questo argomento per approfondirlo, nel frattempo ricordate che mentre vi alimentate, alimentate anche i vostri batteri intestinali, i quali amano le fibre; quindi, quando fate le vostre scelte alimentari, siate consapevoli.
Oltretutto alimentazione, esercizio fisico e riequilibrio psicologico sono la pratica clinica della nuova Medicina di Segnale, che usa per la cura delle malattie un approccio completamente nuovo.
Ma anche di questo parleremo, perché più sono le notizie che apprendiamo, migliori saranno le scelte che faremo. A presto!