Boomers Attivi e graditi ospiti, salve!
Mancano una sessantina di giorni a Natale.
Fa strano in effetti.
Le persone per strada girano ancora in t-shirt, i fine settimana si va al mare e tra poco avremo le vetrine addobbate per Natale.
Mi sa che ci dovremo abituare a Festività calde anche se, personalmente, amo da sempre quelle con la neve.
Profumo di vin brulè, sottofondo musicale con le voci di Bing Crosby o Nat King Cole ed il tormentone: panettone o pandoro?
Ogni anno.
Fa parte della tradizione come fare l’albero.
Mi piacerebbe sapere voi cosa preferite: siete panettonisti o pandoristi?
Oppure siete pandoristi che, con una precisione da orologiai, estraggono ora i canditi, ora le uvette, perché non graditi?
Comunque sia, pare il panettone sia nato nel Medioevo, ma come sempre tra folclore e storia, le leggende “lievitano”.
Termine che, visto l’argomento, pare azzeccato.
Alla corte degli Sforza, tra cuochi sbadati e garzoni zelanti o falconieri innamorati, il racconto prende vita.
Fa capolino nel mito dell’epoca, anche tale suor Ughetta che, per far felici a Natale le mantellate di un convento povero, unisce alla base del pane quotidiano altri ingredienti per arricchirlo, tra cui lo zucchero.
Ed il sapore dolce, si sa, predispone alla beatitudine della festa.
Ma se ci limitiamo alla storia documentata, vi sono alcune date o momenti storici sicuri, in cui la ricetta dell’attuale panettone, almeno nel suo impasto basico, prende forma.
La prima ricetta classica scritta, compare a Ferrara nel 1549 ad opera di un cuoco: farina, burro, zucchero, uova, latte e acqua di rose, sottolineando l’importanza della buona lievitazione e della forma tonda.
Mancano canditi ed uvetta.
Questi ultimi si rintracciano nel 1599 nelle note di un registro del Collegio Borromeo di Pavia, in merito alle spese per il pranzo di Natale.
Nel 1606 si fa riferimento al “panaton”, ma è un dolce più simile ad una focaccia: solo nel 1853, compare il lievito.
Ed un anno dopo, con il cuoco dei regnanti sabaudi, i canditi.
La forma attuale è un fatto recente, databile al primo dopoguerra.
Oggi le ricette sono molteplici e fantasiose, tant’è che a partire dal 2017, Massimiliano Dell’Aera, fondatore di Goloasi, ha l’intuizione di organizzare un concorso sul Panettone Artigianale: nasce così Mastro Panettone.
Oltre 300 gli artigiani in gara da tutta Italia per la settima edizione del concorso: i migliori panettoni tradizionali e al cioccolato e il miglior pandoro, saranno premiati
in occasione della finale di martedì 7 novembre a Bari.
Dopo tre giorni di intenso lavoro per gli assaggi alla cieca, la commissione tecnica di “Mastro Panettone”, il concorso organizzato appunto da Goloasi.it che premia i panettoni e pandori artigianali più buoni dell’anno, ha selezionato i 42 lievitati che si contenderanno la finale.
Sede della degustazione finale sarà l’Hotel Parco dei Principi, che nell’occasione ospiterà gli artigiani in concorso e gli addetti ai lavori, mentre sarà possibile anche seguire l’ultima fase del concorso in diretta sulla pagina Facebook ufficiale di “Mastro Panettone”. A partire dalle ore 9:00, la giuria si riunirà ancora una volta per riassaggiare i lievitati arrivati in finale per poi nel pomeriggio, a termine degli assaggi, premiare i podi delle categorie Miglior panettone artigianale tradizionale”, “Miglior panettone artigianale al cioccolato creativo” e “Miglior pandoro artigianale”.
420 lievitati prodotti da oltre 300 artigiani da tutta Italia, sono stati complessivamente i lievitati valutati nella prima fase di selezione, ma solo i migliori 20 panettoni tradizionali, 15 creativi al cioccolato e 7 pandori hanno potuto superare lo sbarramento e accedere alla finale dove sarà la giuria tecnica, composta da Vincenzo Tiri (presidente di giuria), Alessandro Bertuzzi, Matteo Dolcemascolo, Tommaso Foglia, Claudio Gatti, Eustachio Sapone e Alessandro Slama, a stabilire la classifica finale e decretare i migliori panettoni e pandori 2023.
“Mastro Panettone” ammette in concorso solo i panettoni che rispettano il disciplinare di legge (Decreto 22 luglio 2005 Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno. GU n. 177 del 1-8-2005) e lievitati prodotti con il solo utilizzo di lievito madre e canditi senza anidride solforosa, che non contengano conservanti, emulsionanti, mono e digliceridi, oltre a coloranti o aromi artificiali.
Non vi è, al contrario, alcun vincolo per le materie prime, consentendo ai partecipanti di utilizzare gli ingredienti che abitualmente usano per la loro produzione.
La ricetta del panettone si evolve quindi, per offrire nuove sensazioni al palato da condividere in allegria, abbinando, se piace, un bicchiere di briose bollicine.
Magari rosé.
Vivi la vita!