Il palazzo Ca’ Rezzonico a Venezia, affacciato sul Canal Grande, giusto per evidenziare uno dei tanti atout con cui si presenta, viene disposto ed iniziato nella sua edificazione dalla famiglia Bon, antica nobiltà veneziana, e proprietaria, almeno dalla pianta prospettica della città, di altre due case in zona, ed affidato inizialmente all’architetto Longhena, il quale realizza, sempre a Venezia, anche Cà Pesaro e la Basilica della Salute.
Per usare un’allocuzione attuale, mica pizza e fichi….
Poi la vita, lo ripetiamo spesso, decide per noi e nel 1682 il Longhena viene a mancare; la famiglia Bon nel contempo, realizza che i costi edificativi del palazzo non erano proprio quelli preventivati e blocca i lavori.
Arriviamo così, tra alterne vicende, al 1750, epoca in cui Giambattista Rezzonico, di recente nobiltà, acquisita cioè per centomila ducati (pecunia si sa, non olet), acquista, oltre al titolo, l’edificio, affidando i lavori di ristrutturazione all’architetto Massari, professionista anche questo di grido, ci mancherebbe, il quale termina i lavori nel 1758 quando il figlio di Giambattista, Carlo, viene eletto Pontefice con il nome di Clemente XIII, prima vescovo di Padova.
Rimanga alla storia, rispettoso delle anime, di una politica di mediazione e della cultura.
Ma Ca’ Rezzonico ha nei nuovi, in tutti i sensi, titolati proprietari, parabola breve per svariati motivi; nell’800 cambia diverse proprietà, tra cui Robert Browning, che lì viene a mancare, e Cole Porter, compositore statunitense.
Se amate la musica dell’epoca, ed il jazz, ascoltate le sue composizioni, cantate da Ella Fitzgerald.
Nel giugno del 1935 il Palazzo viene acquistato dalla città di Venezia, trovando così pace sotto il profilo dei cambi di padrone di casa e lo destina ad ospitare le collezioni d’arte del ‘700 veneziano, divenendo così a tutti gli effetti un museo d’ambiente, in quanto associa alle opere dell’epoca, l’allure di una dimora del Settecento veneziano.
La prima inaugurazione avvenne il 25 aprile 1936.
Per ora mi fermo qui, nella speranza che la curiosità vi faccia leggere anche il proseguo, perché di inaugurazione ne abbiamo un’altra…. Vivi la vita!