Saranno anche delle signore agée, ma hanno uno stile ed un fascino intramontabile. Ci ricordano spaccati di vita eleganti, raffinati, un lusso discreto, mai cafone o sopra le righe.
Parlo nella fattispecie delle auto storiche e di quelle d’epoca, vi è infatti una differenza.
Con il solo intento di mantenere viva la storia dell’auto e divulgarne la passione, alcune persone, forse nostalgiche oppure semplicemente amanti di un bello di nicchia, hanno creato dei Club cui si può accedere se si possiede, appunto, un’auto storica o d’epoca.
Parlare di storia dell’auto, significa parlare della storia della società dalla fine dell’800 in poi. Noi oggi siamo abituati a considerare l’auto scontata, un elettrodomestico familiare necessario oppure uno status simbol, ma per arrivare alla motorizzazione di massa ci sono voluti molti anni ed alcuni uomini dotati di indubbia genialità: Karl Benz e Rudolf Diesel tanto per citare, poi arriva Ford che trasforma l’auto da fenomeno per pochi privilegiati, a possibile per tutti.
Nasce così la rateazione.
Ditemi se non è storia questa; in Italia siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale: una FIAT nata nel 1899, prende slancio ed offre lavoro a migliaia di persone.
Torniamo quindi alle auto storiche ed ai Club che, con gli intenti delineati, organizzano sovente dei raduni, cui uniscono visite culturali a luoghi particolari. Ho appena partecipato ad uno di questi incontri con il club “Serenissima” di Mestre, www.scuderiaserenissima.it, andando a visitare il Castello del Catajo a Battaglia Terme, in provincia di Padova.
Luogo di grande fascino e di lunga storia personale, ponte tra un passato ormai entrato nella storia ed un presente imprenditoriale,
la storia del Castello del Catajo è davvero lunghissima visto che nasce agli inizi degli anni 1000 ad opera della famiglia Obizzi per poi passare di casata in casata, da tutti amato ed arricchito ognuno per le sue tradizioni, fino a Sergio Cervellin, imprenditore padovano, che ne inizia un restauro importante nel 2016 dopo averlo acquistato.
Essendo un castello come si deve, ha pure il suo fantasma, la dama azzurra, fatto riportato tra l’altro anche da alcuni visitatori che giurano di averla vista aggirarsi per le stanze.
A me non è successo e questo mi ha vagamente delusa.
Ma non desidero approfondire perché, fosse vero, sarebbe derubricabile in una sordida storia di femminicidio.
I vigliacchi purtroppo, sono sempre esistiti.
Il mix di storia antica e moderna, sostenuti, perché apprezzati, dalla progredita imprenditoria attuale, messi in evidenza in questa giornata del Club “Serenissima”, sono sembrati un
messaggio profondo: diamo rispetto ad ogni pezzetto di quel magnifico puzzle che si chiama storia e quindi vita. E visto che siamo in tema: vivi la vita!