Lun. Dic 23rd, 2024

Ad Alessandria d’Egitto, nel XVI secolo, viene condannato a morte un nobile, tale, pare, Alessandro Lissandri, per pratiche alchemiche; il titolato viene però prontamente protetto dalla Repubblica di Venezia, rimpatriato e mandato a Valdenogher, in Alpago, provincia di Belluno in Veneto, dandogli la possibilità di continuare le sue ricerche.

Erano luoghi, quelli del bellunese e trevigiano, cari alla Repubblica, infatti ogni tanto ci trasferivano qualcuno, gesto all’apparenza magnanimo, in realtà per togliersi un problema, come la regina Caterina Cornaro, insegna.

La vicenda del Lissandri andrebbe un attimo approfondita, in quanto proprio Alessandria d’Egitto è stata la prima culla degli studi alchemici, non si comprende pertanto come mai la condanna del nobile, ma lascio il compito a chi di voi ne fosse interessato; io raccolgo l’accaduto vuoi perché oggi la casa-laboratorio è un esempio, forse l’unico, di architettura alpagota dell’epoca e vuoi perché mi permette di introdurre l’argomento proprio sull’Alchimia.

Gli Alchimisti sono sempre passati, ad una prima lettura superficiale, per quegli sbiellati che, attraverso esprimenti chimici, tentavano di trasformare i metalli in oro oppure cercavano la mitica Pietra Filosofale che desse loro l’immortalità. Errato.

In realtà l’Alchimia è probabilmente la più antica ricerca filosofica, sulla natura dell’universo e dell’uomo, il tentativo di trovare le chiavi della vita, di accorciare il salto tra materia e spirito.

Non è fatto nuovo neppure ai giorni nostri, essendosi cimentati da Einstein a Bohm; quindi, non proprio personaggi di secondo piano e ciò perché capire a fondo le leggi della natura significa, in ultima analisi, comprendere i segreti dell’uomo.

Secondo Jung, l’Alchimia sarebbe una disciplina attinente alla trasmutazione dell’essere umano, globalmente inteso.

Siamo quindi di fronte ad una chimica simbolica, dove minerali o quant’altro, vanno intesi come simboli delle materie che entrano nel processo di trasmutazione psicofisica dell’alchimista stesso.

Molti di loro lavoravano realmente in laboratorio e così negli anni, si è venuta ad elaborare una conoscenza straordinaria dal punto di vista terapeutico, nota col nome di spagirica, volta a preparare farmaci di grandissima efficacia.

La ricerca alchemica si è interessata dunque anche della malattia, delle sue cause e delle sue possibilità di guarigione, elaborando una raccolta dottrinale che è alla base di tutte le medicine alternative e della concezione olistica del benessere.

Ed eccoci al dunque.

L’applicazione pratica del benessere alchemico prende quindi il nome di Spagyria, elaborazione di materie prime provenienti dai tre regni della natura, all’unico scopo di potenziare al massimo le capacità dei principi attivi in essi contenuti.

Difficile?

Seguitemi con calma, ed arriveremo al dunque….

Domani però!

Nel mentre, mi raccomando, vivi la vita!

By Boomer1

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