Il 25 Aprile Rai Uno ha presentato un servizio che riguardava il festeggiamento dei 70 anni di matrimonio di due persone anziane, lei di 94 e lui di 97 anni, ai quali è stato chiesto un consiglio per arrivare, tutto sommato in salute, a quell’età.
Lui, molto sereno e sicuro di sé, ha risposto “pazienza nel rapporto e coscienza nel lavoro”.
Pazienza e coscienza.
Se vogliamo, oggi, termini abbastanza obsoleti.
All’inizio la risposta mi è sembrata un pò qualunque, forse perché sono deviata dalla mia ex professione che suggerisce, per arrivare ad un’età avanzata, moltissime accortezze, a volte anche demotivanti e pure una buona dose di fortuna, legata alla familiarità.
In realtà, in un secondo momento, mi è venuta in mente una frase del Piccolo Principe, libro che se non avete letto, vi consiglio di fare. Il Piccolo Principe, nella sua saggezza, dice ad un certo punto “non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano. Preservarmi dal timore di poter perdere qualcosa nella vita. Non darmi ciò che desidero ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi”.
Più pazienza e coscienza di così! e poiché questo libro è un breviario per come la vedo io, mi chiedo: cosa lega pazienza e coscienza?
Guarda caso un ormone: l’ossitocina.
L’ormone dell’amore, della tranquillità e della tenerezza; può sostenere anche la spiritualità e quindi la coscienza, secondo uno studio della Duke University consultabile sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience.
Il messaggio lanciato nel servizio da quel signore è dunque di un’attualità sconcertante altro che qualunque.
La felicità non dipende dal ciò che sta fuori di noi, ma da come noi affrontiamo il quotidiano; la calma, la pazienza influenzano le risposte del nostro corpo, donandoci benessere e salute.
E sapete cosa aiuta la formazione di ossitocina tra gli altri cibi? La cioccolata, fondente e gustata con dei carboidrati. Con moderazione, mi raccomando ma….
Vivi la vita!