Cari followers, saluti da una città infuocata!
Oggi vi racconto dove può arrivare la ricerca, anche in campo ambientale, e come si riesca, armati di creatività e buona volontà, a riciclare tutto con virtuosi risultati.
Neppure la nonna più creativa, ci sarebbe arrivata.
Oggi vi parlo dell’ortica, Urtica dioica, della famiglia delle Urticacee, pianta erbacea perenne che cresce praticamente dappertutto e di cui si usano, in fitoterapia, foglie e radici, ed il cui tempo balsamico è la primavera.
Quella, per capirci, che se ti punge, perché sei stato incauto, crea una fastidiosa reazione cutanea, ma è un vero supereroe botanico.
Può raggiungere fino a due metri di altezza, con foglie seghettate piene di peli urticanti. Questi peli sono pieni di acido formico, istamina e altre sostanze che, a contatto con la pelle, provocano un dolore puntuto, come se fossero entrati dei piccoli aghi…
Molto fastidioso.
Ma nonostante questo lato “pungente”, l’ortica nasconde un anima generosa.
Se ne può usare l’infuso o il succo ottenuto per spremitura delle foglie fresche o la soluzione idroalcolica da pianta fresca, oppure l’estratto fluido e/o secco delle foglie, oppure l’estratto secco della radice ed anche se un po’ desueta, la polvere ottenuta dalle foglie essiccate.
Il nome ortica viene dal latino urare, bruciare, irritare; non serve grande immaginazione per collegare il termine alla reazione che si ha, a contatto con la pianta.
Dioica invece, deriva dal fatto di avere fiori maschili e femminili su piante diverse.
Pianta utilizzata fin dall’antichità per diversi scopi, che andavano dal terapeutico all’alimentare.
Forse i Romani avevano intuito la sua vera utilità, perché la usavano per i dolori artritici, e comunque come aspirina.
L’erboristeria dei primi del ‘900 la consigliava come emostatico, nella caduta dei capelli, in forma di lozione preparata con alcol, acqua, glicerina ed estratto di foglie di ortica oppure, sotto forma di decotto, come rimedio per la pelle.
Testi decisamente più recenti e frutto di ricerca, le attribuiscono attività antiallergica ed antinfiammatoria, e non solo:
- è di supporto al Sistema Immunitario: perfetta per affrontare l’inverno senza cadere preda di ogni singolo raffreddore.
- Ha effetti diuretici e depurativi: esagerato con il cibo spazzatura? L’ortica ti aiuta a eliminare le tossine e ti fa sentire più leggero. È uno dei detox della natura.
- Utile alla salute della Pelle: L’ortica non si limita a fare magie all’interno del corpo. Applicata sulla pelle, può aiutare con acne, eczemi e altre piccole “calamità” cutanee.
- Migliora la Salute dei Capelli: addio ai giorni di bad hair!
- Regola la Glicemia: infatti l’ortica può essere un’alleata per mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue,
tutto questo perché contiene:
- Vitamine: A, C, K e alcune del gruppo B. Insomma, un multivitaminico naturale!
- Minerali: ferro, calcio, magnesio, potassio e silicio. Praticamente un’intera miniera in una pianta.
- Proteine: Contiene abbastanza aminoacidi da competere con una bistecca!
- Antiossidanti: flavonoidi, carotenoidi e polifenoli. Perché l’ortica non scherza quando si tratta di combattere i radicali liberi.
- Acidi grassi: acido linoleico e acido alfa-linolenico. Sì, anche questi ci sono!
È un rimedio in genere ben tollerato, ma come sempre, prima di assumerlo, vi consigliamo di parlarne con una persona che conosca bene la vostra storia clinica, perché può interagire con altri farmaci.
Da questi virtuosismi dell’ortica, arrivare anche all’alta moda, capite che ci vuole fantasia, inventiva e la ferma ricerca di un mondo migliore quale quello delle agrisarte di Sant’Erasmo, donne cariche di creatività agricola.
Avete capito bene. Agrisarte.
La creatrice ed ideatrice di questo fantasioso gruppo è
Fiorella Enzo detta “Cosetta”, ed è la Coldiretti Veneto a spiegare tutto il processo ideativo: utilizzando la fibra ricavata dall’ortica, che nasce spontanea sul territorio, secondo un processo naturale e manuale, le signore della Torre Massimiliana realizzano abiti e accessori, valorizzando anche materiale di recupero, dal valore antico, tipico dell’usanza del corredo contadino.
Insieme alla lana, la canapa e il cotone, il gruppo ha sviluppato un progetto di rilancio di tessuti e stoffe vegetali.
Alla Rome Fashion Show # Haute Couture 2024 alla presenza della responsabile di Donne Coldiretti Mariafrancesca Serra e della presidente di Terranostra Dominga Cotarella, sono state proposte le creazioni ideate da tre giovani imprenditrici agricole, nel segno della biodiversità e del recupero di fibre e colori naturali ottenuti dalle piante.
Chissà cosa avrebbe pensato quella lenza Paracelso….
Ma non è la prima volta che il connubio donne-natura in imprenditoria ci sorprende, giusto? (collegamento iper)
A presto, e mi raccomando, occhio al caldo!