Lun. Dic 23rd, 2024

LA REALTA’ IMMERSIVA E LE NUOVE FRONTIERE DELL’ARTE

In un precedente post, raccontavo della mia esperienza immersiva su Van Gogh, a Milano all’ex Scalo Farini.

Ma che cos’è in realtà un’esperienza immersiva?

Giusto per semplificare, è calarsi in un universo, una storia, condivisa, dove vengono stimolate e coinvolte sensazioni ed emozioni in un modo altrimenti impossibile e può essere creata attraverso tecnologie diverse, quali ad esempio la realtà virtuale o la realtà aumentata.

È questa la nuova digital art o arte digitale oggi di grande tendenza.

Nato all’interno di Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese, Var Digital Art (VDA) è un polo dinamico di sperimentazione, che indaga gli scenari dell’innovazione tecnologica, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, organizzando esposizioni (VDA Exhibition), incontri (VDA Forum), momenti di formazione (VDA Lab) attraverso la contaminazione tra discipline, saperi e professionalità differenti, per promuovere e sostenere la ricerca artistica in ambito digitale (VDA Award).

Var Digital Art, tra i primi in Italia, ha iniziato nel 2018 a intercettare queste tendenze e ora dà il via alla I edizione di VDA Award, il premio a cadenza biennale che seleziona le 12 eccellenze dell’arte digitale: 12 artisti italiani, differenti per formazione, approccio, linguaggio e indirizzo di ricerca, per offrire un’istantanea dell’arte digitale a 360° e mostrano sfaccettature, tendenze e possibilità della nuova grammatica del nostro millennio.  

Dai pionieri agli emergenti, la squadra di artisti chiamata a raccolta da VDA Award vede diverse esperienze mettersi a confronto.

Si va da Davide Maria Coltro, pioniere dell’arte digitale, che nel 2001 ha inventato il “quadro mediale”, a Chiara Passa, attiva nell’arte digitale dal 1997 e capace di mettere in gioco l’animazione, la video animazione e la realtà virtuale per esplorare il confine tra reale e immaginario, fino a Domenico Dom Barra pioniere della Glitch Art in Italia.

Tra le 12 eccellenze, troviamo anche esperienze trasversali, che vedono l’impiego e la contaminazione tra diversi media, generi e pratiche, rappresentate da: Luca Pozzi, che indaga sul rapporto tra arte e scienza; Debora Hirsch, che unisce la pittura tradizionale ai processi creativi offerti dal digitale per la produzione di immagini, video e NFT, e Kamilia Kard, che impiega diversi media, dalla pittura al video e gif animate, stampe e installazioni, dipinti digitali e siti web.

 Insieme a loro, ci sono anche le esperienze di Danilo Correale, che esplora una vasta gamma di strategie visive e collaborative che includono la fotografia, l’installazione, il video, l’azione partecipativa, l’intervento pubblico e il testo; Rino Stefano Tagliafierro, regista e video artista, autore di numerosi spot pubblicitari e cortometraggi, tra i quali “Beauty” del 2014, che ha riscosso un successo planetario; Roberto Fassone la cui ricerca di ambito multimediale è interessata all’impiego del fake, il travestimento, il manierismo e la finzione.

 VDA Award si rivolge anche alle nuove generazioni di artisti dalle ricerche innovative: Federica Di Pietrantonio, che si concentra su relazioni e processi nati attraverso realtà simulate/virtuali, piattaforme social e videogiochi; Martin Romeo, che esplora la relazione tra natura e tecnologia attraverso vari mezzi, tra cui sculture dinamiche, performance in realtà virtuale e installazioni multimediali; Svccy, che dialoga tra la fisicità dell’opera fisica e l’animazione dell’opera NFT rielaborando l’estetica della Vaporwave, caratterizzata dall’uso di temi nostalgici degli anni ’80 e ’90, di sistemi operativi per videogiochi, fondendoli a immagini di busti romani e centri commerciali abbandonati.

Una considerazione in chiusura: se intorno a questo argomento vi è così tanto fermento culturale ed anche importanti investimenti economici, significa che sarà il futuro o una parte importante di esso, e che, salvo diventare i prossimi analfabeti, dobbiamo tenerlo in considerazione.

Certo, la realtà virtuale e la realtà aumentata così come tutta la tecnologia vanno affrontati, capiti e perché no, goduti, tenendo però sempre presente che la realtà intesa come vita vissuta, è l’unica da assaporare ogni giorno in tutte le sue sfumature.

La tecnologia deve essere solo una di queste sfumature, una bella esperienza in più oppure un aiuto, comunque un mezzo, mentre la vita vissuta è il fine, quello da sviluppare intensamente ogni giorno.

Vivi la vita!

By Boomer1

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *